Il GPDP, ovvero il Garante per la Protezione dei Dati personali in Italia, ha annunciato il blocco temporaneo del chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT e sta aprendo un’indagine per sospette violazioni delle norme sulla privacy dei dati.
L’Osservatorio italiano dei dati ha affermato che c’è una mancanza di informazioni per gli utenti in termini di dati raccolti da parte di OpenAI.
Ma c’è di più, infatti come descritto dal comunicato ufficiale, l’agenzia specifica che manca una base giuridica che giustifichi la raccolta e l’archiviazione di massa di dati personali da parte dell’IA durante l’addestramento dei suoi algoritmi.
Il tema quindi potrebbe risultare più complesso di quanto sembri, poiché l’agenzia fa riferimento anche al fatto che le informazioni fornite da ChatGPT non riflettono sempre dati reali e questo può creare inesattezze in termini di trattamento dei dati personali.
Dopo un periodo di esplosione del così detto “Hype”, iniziano i primi problemi per questa nuova industria: ne parlavamo in questo articolo, in cui Elon Musk e altri 2600 CEO si sono riuniti in una lettera aperta per chiedere la sospensione di almeno 6 mesi sullo sviluppo delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale. C’è anche il CAIDP, organizzazione statunitense dedicata proprio a garantire le politiche digitali, che proprio nella giornata di ieri ha presentato una denuncia contro ChatGPT, definendola “di parte” e “ingannevole”, rappresentando un rischio per la sicurezza pubblica e la privacy.
Intanto, da IP italiano se si prova a navigare sul sito https://chat.openai.com/ viene visualizzato questo comunicato:
Mentre sembra essere funzionante https://labs.openai.com/ e Dall-E, algoritmo di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali sempre di proprietà di OpenAI.