Il Parlamento europeo ha approvato il Data Act ieri 14 marzo. Ma perchè è così importante questa notizia?
La legislazione ha stabilito regole per la condivisione equa dei dati generati da “prodotti connessi o servizi correlati”, come l’IoT, l’Internet delle cose e le “macchine industriali”. L’80% dei dati industriali generati non vengono utilizzati, ha dichiarato il Parlamento europeo, e questo incoraggerebbe un maggiore utilizzo di tali risorse per addestrare algoritmi a prezzi più bassi.
La legge contiene disposizioni per proteggere i segreti commerciali ed evitare trasferimenti illegali di dati e stabilisce i requisiti per gli Smart Contract delle parti che offrono dati condivisibili, tra cui “risoluzione e interruzione sicure”:
“Il contratto intelligente deve includere funzioni interne che possono reimpostare o istruire il contratto a interrompere l’operazione. […] In particolare, dovrebbe essere valutato a quali condizioni la risoluzione o l’interruzione non consensuale dovrebbe essere ammissibile”.
Perplessità diffuse dopo questo annuncio, in particolare le fonti di incertezza giuridica nell’atto: non viene specificato chi può fermare o interrompere uno smart contract oltre ai pericoli che può incorrere una misura del genere.