Oggi siamo qui a parlare ancora una volta di analisi onchain.
Per l’articolo di oggi ho scelto quattro grafici che sono rivolti all’analisi dei bear markets e dei bull markets, grafici che ho personalmente sviluppato basandomi sull’esperienza e sulle metriche e indicatori più utilizzati del mercato, con la convinzione che è più semplice è anche più preciso quando si tratta di analizzare grandi movimenti di prezzo per stabilirne i top o i bottom del macrotrend.
Potete trovare la versione integrale in inglese di quello che penso della questione su Twitter oppure sul mio canale YouTube.
Oggi parleremo quindi di:
- 200 Ratio
- 200MU
- Relative Strenght Mean
- Abyss Bubble Momentum
Ma non perdiamo altro tempo e entriamo subito nel merito dell’analisi onchain.
200 Ratio
La 200 Ratio è una metrica che ho sviluppato per avere una certezza riguardante il bear market.
Questa metrica è stata sviluppata per essere precisissima al prezzo di essere in ritardo rispetto al mercato.
Quando infatti il prezzo è sottovalutato dal punto di vista del proprio rapporto con le 200 e con quelle delle 200 tra di loro, il motivo è sempre e solo che la price action tende al ribasso da molto tempo e/o che il prezzo scende molto più in fretta dei suddetti rapporti.
Quando ciò accade è ora di comprare forte e a mercato, in DCA, come volete, ma non c’è occasione migliore prima del prossimo ciclo a rialzo.
In questo caso, questo indicatore molto lento e in ritardo rispecchia ancora la nostra situazione agli occhi della maggior parte dei partecipanti al mercato, ossia un bear market prolungato che continua a prodursi durante il corso dell’anno.
Quando questa metrica sarà fuori dalla linea rossa e quindi al di sotto, potremmo ben vedere una price action simile a quella di un bull market.
Per ora c’è ancora da attendere, come poi ho detto molteplici volte, ma fra pochi mesi, quello che dico sarà sugli occhi di tutti.
200MU
La 200MU, il cui nome è nato come un gioco, dato che sarebbe dovuta essere 200MM per rispecchiare meglio il nome, prende il considerazione in modo diverso, in percentuale, le 200 sul prezzo e le porta su un grafico per trovare momenti di sopravvalutazione o di sottovalutazione del prezzo, che corrisponde poi a un top o un bottom del mercato nel macro ciclo.
Questa metrica, come le prossime tre, anche se lenta, tende a individuare possibili top o bottom prima che si formino, dando un segnale di allarme preventivo in grado di farci capire che qualcosa sta cambiando sotto la superficie e di iniziare a fare più attenzione.
In questo caso infatti, delle 3 metriche di seguito, questa è quella che meglio riflette il cambiamento notato da me nelle scorse settimane, come possono confermare le mie scorse analisi.
Qui siamo tornati a salire dopo aver toccato il bottom e siamo usciti dall’area di sottovalutazione media del prezzo, portandoci a un livello più alto, sintomo di un segnale di ripresa dei mercati che ci riportano a un livello promiscuo per il prezzo.
Grazie a queste 4 metriche combinate comunque, il nostro hedge nei confronti del mercato è palpabile.
Ce ne vorrà ancora prima di tornare nella zona rossa, ma l’essere usciti da quella verde non è che il primo importante e necessario passo da fare.
Relative Strenght Mean
Questa metrica tiene in considerazione gli RSI del giornaliero e del settimanale e li rapporta al prezzo per determinare se la forza relativa del trend è arrivata a un massimo o a un minimo e se il macro trend è crescente o decrescente.
Anch’essa, essendo una metrica lenta, ma comunque più agile delle altre, ci fa notare come il trend attuale stia tendendo al rialzo e che la forza del trend nelle ultime settimane sia rimasta nella stessa zona, con l’ultimo picco inferiore al primo degli ultimi due, ancora non sufficiente a mio avviso per determinare un vero e proprio trend discendente per forza.
Anche qui ci troviamo a risalire dopo aver toccato il bottom.
Se preso in confluenza con le metriche di cui parliamo oggi, anche questo indicatore ci può mostrare in anticipo un bottom macro e darci maggiori indizi su un top locale, con possibile discesa da un top locale e viceversa.
Per me rimane a tutt’oggi un perfetto indicatore che indica come muoversi in anticipo rispetto al mercato per non rimanere fuori o intrappolati al suo interno.
Abyss Bubble Momentum
L’abyss bubble momentum è esattamente quello che dice di essere, un indicatore lento, ma che riesce ad anticipare di pochissimo un bottom o un top macro ciclico e che ci dà un’idea del momentum e quindi della velocità del trend a ribasso o a rialzo.
Quest’ultimo tiene in considerazione la 200 del settimanale aggiustata per il prezzo di mercato, così da poterci dare un’idea della velocità e della direzionalità del trend.
Storicamente, quando questa metrica torna sopra la linea verde, e circa a -50, quindi a metà fra la linea verde e quella rossa, le possibilità che si ritorni in bear market sono esclusive di un cigno nero, quindi pari alle possibilità che esso capiti.
Per ora questa metrica, data la direzionalità aggressiva, e ai rapporti che dimostra a grafico, si dimostra essere ancora in fase di bear market.
Nel complesso siamo a 2 su 4, quindi la metà delle metriche di oggi che ci segnalano un inversione di tendenza, mentre le altre sono ancora in territorio ribassista.
Dato che prima lo erano tutte e 4, questo per me è un segno che ancora una volta, mentre la maggior parte non guarda attentamente, qualcosa sta cambiando.
Il seme del bull market è qui, ma ci vorranno mesi per farlo germogliare. State con noi per sapere quando è il momento in cui un effettivo bull market sarà sugli occhi di tutti e quindi quando sarà ora di vendere l’avidità altrui prima che crolli tutto, o almeno ci proveremo.
(Tutte le opinioni espresse sopra sono opinioni personali dell’autore e non dovrebbero costituire una base per prendere decisioni di investimento, né essere interpretate come una raccomandazione o un consiglio per impegnarsi in transazioni di investimento.)