Oggi siamo qui a parlare ancora una volta di analisi onchain.
Per l’articolo di oggi ho scelto 4 grafici che sono specificatamente rivolti all’analisi degli indirizzi dal punto di vista macroscopico, in cerca di eventuali segnali di pericolo riguardanti il long term holding e quindi i fondamentali dell’asset dal punto di vista dei partecipanti al mercato di lungo periodo.
Oggi parleremo quindi di:
- Address Bands Distribution
- Address Bands Realized Price
- Supply in Miner Addresses
- Address Bands Cost Basis Distribution
Ma non perdiamo altro tempo e entriamo subito nel merito dell’analisi onchain.
Address Bands Distribution
L’Address Bands Distribution è una metrica onchain che ci aiuta a indivduare trend di lungo periodo relativi all’accumulazione delle varie categorie di hodler distinte per ammontare di Bitcoin detenuti in ogni indirizzo.
Volevamo parlarne oggi proprio per dimostrare e comprovare ancora una volta il lungo trend positivo relativo all’accumulazione di Bitcoin da parte di ogni categoria di hodler.
Anche se a guardare il grafico risulta difficile comprendere esattamente la portata delle mutazioni della struttura di detenzione delle varie categorie, si può tranquillamente notare il trend crescente di accumulazione relativo alle categorie di fascia più bassa, dai plankton ai crabs, che nell’ultimo periodo è proprio quella che va ad assorbire buona parte della riduzione in supply delle whales, mentre tutte le restanti categorie rimangono più o meno invariate nelle loro percentuali di detenzione.
Questo per sottolineare l’ammontare di long term holders e di piccolissimi crostacei e cibo per balene che continua ad aumentare, rendendo sempre più sostenibile la proliferazione di queste grosse specie di pesce nel lungo periodo e sintomo di un mare pienamente ribollente di vita, pur se sotto la superficie dell’acqua.
Address Bands Realized Price
L’address Bands Realized Price è una metrica onchain che ci aiuta a distinguere tra le varie fasce di prezzo relative al valore realizzato, e quindi il costo base onchain, per ogni categoria di hodler distinta per ammontare di Bitcoin detenuti.
Questa è una delle metriche a mio parere più belle e importanti del mondo onchain, poiché riesce a dirci con esattezza il valore che ogni classe di hodler assegna all’asset basandosi su dati reali e quindi ci aiuta a comprendere la fascia di prezzo in cui accumulare e quella da cui eventualmente aspettarsi una prossima bullrun e quindi attendere per un nuovo ATH.
In questo caso, sin dall’inizio della compravendita di Bitcoin, i cui dati analizzabili iniziano dal 2012, la categoria dei fish e il suo valore realizzato hanno fatto da appoggio al prezzo nei momenti peggiori di ogni bear market, quando il mercato crypto perà era ancora ai suoi albori e le altcoin erano solo un sogno o uno schema Ponzi.
In questo caso possiamo notare che nell’ultimo periodo, i fish non hanno avuto lo stesso impatto, e a mio parere non lo avranno a meno di eventi catastrofici globali che porterebbero anche i mercati azionari nel più profondo abisso abitato dagli orsi.
Cosa invece interessante è il fatto che il realized price delle whales e delle humpbacks sono state due grosse linee di demarcazione tra i bear market e i bull market e che come si può notare hanno portato inevitabilmente a un rialzo dei prezzi nei mesi o negli anni successivi al loro superamento, mentre in caso contrario, a periodi di forte bear market dove accumulare Bitcoin ha reso molti molto ricchi.
Ancora una volta siamo sopra questa fascia, e pensiamo che come le volte successive, nel giro di un anno o poco più ci troveremo a osservare buoni rialzi dei prezzi.
Supply in Miner Addresses
Supply in Miner Addresses è una metrica onchain che rappresenta la quantità di coin detenuta presso gli indirizzi dei miners e il relativo impatto sul prezzo.
Come potete notare, durante ogni bear market il prezzo scende considerevolmente assieme all’ammontare di coin detenute presso i miners. Questo perché, come già detto e ripetuto in precedenza, i miners devono coprire le loro operazioni con il denaro e il denaro lo ottengono solo vendendo gli asset a cui la loro attività fa riferimento per la revenue, i Bitcoin.
Non solo questo, però, perché durante ogni bear market sembra che vengano presi di mira dai governi per le loro attività di mining con la scusa del consumo o del ban della Cina e quindi, come già avvenuto molte volte in precedenza essi devono coprire anche i costi delle multe o delle rilocazioni.
Di solito l’ammontare di coin detenuti dai miners tende ad aumentare nelle ultime fasi di un bull market e l’inizio del bear market, crescendo rapidamente in cui il cambiamento nel prezzo a ribasso dell’asset è repentino proprio per non svendere il proprio capitale a prezzi ridotti.
Ad oggi non abbiamo ancora visto il valore di questa metrica rimanere stabile in un leggero aumento positivo, simbolo di un ritrovato entusiasmo del mercato e un approssimarsi dell’ATH, ma potremo vederlo presto? Aspettiamo ancora qualche mese per dirlo con certezza.
Nell’ultimo periodo, da ottobre in poi abbiamo avuto solo due grosse capitolazioni della supply, seguite nell’ultimo caso da una riaccumulazione leggera.
Il primo è avvenuto durante il collasso di FTX a cui hanno seguito grossi nodi validatori supportati dallo stesso o da Alameda, in cui circa 4 mila Bitcoin sono stati venduti OTC e su exchange o spostati altrove per non essere individuati; e l’ultimo tra il 28 febbraio e il 1 marzo 2023, probabilmente anche a causa del termine ultimo in Italia riguardante la dichiarazione del possesso delle cripto attività, per un totale di 2 mila Bitcoin.
Address Bands Cost Basis Distribution
L’address Bands Cost Basis Distribution è una metrica onchain che consiste nel suddividere le varie aree di prezzo in cui sono stati comprati i Bitcoin e a assegnargli a una specifica categoria di hodler per ogni fascia di prezzo, distinta per numero di Bitcoin detenuti.
Le linee corrispondono alla percentuale complessiva di supply detenuta da ogni categoria per le barre precedenti.
In questo caso quello che più ci interessa è sapere la fascia di prezzo in cui la maggior parte dei compratori ha trovato una base di acquisto e quindi il valore dell’asset in questo preciso momento storico per ognuno di loro.
Guardando il grafico possiamo notare che sopra i 4k, fascia di prezzo di montagne di Bitcoin perduti nell’ultimo bear market o comunque ancora fermi in wallet anonimi da qualche parte, il maggior numero di scambi è avvenuto nella fascia di prezzo dei 17k con un’altra importante resistenza a livello di volumi solo molto più avanti, verso i 28.5k e successivamente ai 30.5k.
Un forte supporto del prezzo si troverà quindi nei prezzi proprio di quest’area, rendendola di fatto una zona di liquidità.
47.5k è la prossima zona che, se affrontata, potrebbe portare a diverse resistenze, poiché consiste di una grossa porzione (9% circa) detenuta dalle magattere, anche dette humpbacks, la categoria di hodler più grossa del mercato, mentre dai 30.5k in poi sembrano non esserci quasi più resistenze a livelli di volumi detenuti.
Insomma, il mercato sembra in una prima fase di rialzo e secondo il nostro avviso nei prossimi mesi potremmo vedere di nuovo livelli di prezzi che potrebbero sorprendere i Crypto bear e i catastrofisti del mercato.
(Tutte le opinioni espresse sopra sono opinioni personali dell’autore e non dovrebbero costituire una base per prendere decisioni di investimento, né essere interpretate come una raccomandazione o un consiglio per impegnarsi in transazioni di investimento)