Moltissime persone ormai parlano di NFT e di proprietà digitale con estrema semplicità. NFT nei giochi, nella musica, nell’arte e così via. Senza dubbio i token non fungibili sono uno dei topic più semplici da spiegare ai neofiti del settore, poiché il concetto di unicità è intrinseco in molte parti della nostra vita quotidiana. Ma progettare un NFT è davvero semplice come descriverlo? Inoltre, quali sono gli standard e le estensioni che ne definiscono le caratteristiche?
Dietro il processo di sviluppo di un NFT ci sono diversi ragionamenti che vanno a definire le regole che governano questo token. Mentre per alcuni l’NFT è soltanto un “gettone”, in realtà al suo interno troviamo delle dinamiche che ne definiscono le caratteristiche, l’usabilità e il trasferimento dello stesso. A seconda dell’ambito applicativo queste regole vanno attentamente calibrate in modo da definire le economics e i principi che la governano.
Gli standard più famosi per definire i token non fungibili (NFT) su Ethereum sono l’ERC721 e l’ERC1155: dove il primo crea degli oggetti unici standalone, il secondo crea delle classi di asset uniche. Il punto fondamentale nella definizione delle regole di questi token è che entrambi gli standard hanno delle estensioni che li possono caratterizzare in più aspetti. Giusto per fare qualche esempio, ecco una lista di estensioni per ERC721:
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- ERC721 Burnable, che definisce le regole di Burning
- ERC721 Enumerable, che definisce l’enumerazione di tutti i token ids
- ERC721 Pausable, utile per scenari come la prevenzione di scambi fino alla fine di un periodo di valutazione rispetto alle decisioni di una DAO, o avere un interruttore di emergenza per congelare tutti i trasferimenti di token nel caso di un grosso bug
- ERC721 URIStorage, per il salvataggio dei metadati come immagini, video e musica.
Quando si parla di token, quindi, bisogna sempre fare attenzione alle regole che li governano. Bella l’arte e la musica, ma gli NFT sono molto di più di questo e posso trasportare al loro interno diversi diritti che ancora non sono stati esplorati.
Credits: Gianmarco Guazzo
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